Oggi ho portato le bambine al campetto dove andavo da piccola a giocare. Non le porto quasi mai perché di solito il pomeriggio voglio farmi un giro per i negozi, ma oggi non mi andava. .. di solito poi compro sempre qualcosa e in questo periodo vorrei evitare. Così le ho portate al campetto e lì abbiamo incontrato diverse compagne di scuola sia di vittoria che di Rachele. Un sollievo. Loro giocavano e io chiaccheravo con le mamme. Tre mamme che vengono tutte dallo stesso paesello con un infanzia comune. Che bello. Come adoro stare tra la mia gente... poi è arrivato anche il padre di C. Amico e cugino di mio nonno. Non vi nascondo che mi è salita la malinconia, specialmente quando parlavamo di lui che ora è su in cielo. Per me le radici sono importanti e sacre e trovarmi a discutere così mi fa sentire bene e sapere che io e C. Siamo pure parenti... anche se alla lontana... bello. Forse il cambiamento che cerco in qualche modo è questo. Ho allontanato le mamme delle compagnette di Vittoria dicendomi che non avevo bisogno di amiche ma mi sbagliavo.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
Radici sacre e sante anche per me;) che bello quest incontro;)))
RispondiElimina:)
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