Tornando dal mare siamo finiti nel discorso "guerra" perché avevo chiesto a mia mamma un'approssimativa data di nascita e di matrimonio di mio bisnonno per capire come potesse vivere nel 1914. Allora era un 16enne che guardava con apprensione lo scoppio della guerra. Ho cercato di immaginarmi l'arruolamento e anche la prigionia in Germania. Allora Vittoria mi ha chiesto di fare un tema sulla sua famiglia da poter portare a scuola. Allora gli ho detto di cominciare dai suoi nonni e in particolare da mio padre che in un certo senso ha anche lui combattuto una guerra. .. quella fredda.
Quindi ho cercato di spiegarle cos'è una guerra fredda. Solo che non ci sono riuscita. E dovremmo ritornarci sopra. Le ho spiegato del muro di Berlino e lì ci siamo persi in mille discorsi sulla libertà. Secondo Vittoria una guerra si può combattere con le mani, con le bombe, ma non con il freddo. Le ho spiegato che il freddo in qualche modo è sinonimo di paura ma mentre ci addentravamo nei meandri della paura abbiamo incontrato una mia collega e la magia dell'attenzione è svanita. Erano le 17.45 e l'inizio della partita incombeva e il pensiero della partita ha spodestato la storia.
Aggiungo, oggi, alla mia collezione una litografia di Toulouse Lautrec. “Moulin Rouge. La Goulue” è una litografia a quattro colori realizzata conseguentemente alla vittoria dell'artista in una gara indetta dall'impresario del famoso Moulin Rouge, Charles Zidler, per la realizzazione di un cartellone pubblicitario che rappresentasse il locale ed i suoi ballerini. ono protagonisti i due ballerini del locale più importanti all'epoca: in primo piano Valentin le Desossè ed in secondo la Goulue nel pieno della sua esibizione mentre balla lo chahut, una danza molto in voga nella Parigi di fine Ottocento; sullo sfondo è schierato un indistinto pubblico. I colori dei tre piani conferiscono profondità alla scena che di per sé è piatta, senza prospettiva, come le stampe giapponesi a cui si ispira. In questa Affiche si respira l'aria della Parigi della Bella Epoque, la voglia sfrenata di divertimento, quel sapersi godere l vita che oggi abbiamo perso. E' lo specch
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