Per farmi felice occorre poco.
Una spiaggia.
Il sole caldo.
Un buon libro.
Le bambine che corrono e giocano in libertà.
Il rumore dell'acqua.
I gabbiani che volano in cielo.
Che sia estate o inverno poco conta. Seduta fra gli scogli al sole è sempre estate.
Mai potrei vivere lontana dal mare. Mai potrei stare lontana da questi paesaggi che mi riempiono e mi consolano.
E poi aspettare la sera, gli scogli che indorano e aranciano. Il sole che si tuffa in mare mostrando il profilo di paesi stranieri.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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