Non riesco ad abituarmi all'idea che l'estate sia finita. Oggi, nonostante il tempo, siamo venuti all'isola nella speranza di un ultimo raggio di sole nonostante le nuvole. Ieri è andata bene, alla fine un po' di sole è uscito, ma oggi... Il cielo è proprio coperto e il mare è verde. Avevamo ancora due biglietti e l'alternativa era una giornata in casa tra PC e televisione, meglio un'ultima gita all'isola, una passeggiata sulle sue coste, un saluto prima dell'inverno. Anche se non mi abituerò mai all'idea che anche quest'estate sia finita. Spero di concedermi ancora qualche giornata al mare, un sole tiepido, una spiaggia semideserta con il pensiero che magari corre ad un sogno chiamato Africa.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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