Mi
sono trovata queste parole davanti ed è stato come se Roth parlasse
proprio a me. In questi giorni la gente me ne ha fatte di ogni, nelle
ultime due settimane ho assistito ad ogni bassezza del genere umano,
persone vicine e lontane hanno dato il meglio di sé. e io che mi sono
arrovellata per capire... e io che ho pianto, gridato, per cosa poi?
Magari riuscissi a dimenticare, magari riuscissi ad essere superiore...
Sono viva, assulutamente viva perchè sbaglio, sbaglio continuamente.
Sono maledettamente viva. Capirò di essere morta perchè tutto saprà
maledettamente facile.
Il fascino della venere di Milo di esemplifica, a mio avviso, in quest'opera di Dalì. Dalì riproduce la Venere inserendo dei cassetti nella testa, nei seni, nella pancia e su un ginocchio. Aggiunge ai cassetti un pomello di pelliccia che ci invita ad accarezzarlo per rinvigorire la sessualità repressa dalla diffusa morale cristiana. I cassetti sarebbero i nostri segreti più intimi che solo oggi la psicoanalisi è in grado di aprire. Ma secondo Breton i significati sarebbero altri e per i dadaisti non significa semplicemente niente, anzi qualcuno suppone che ci sia lo zampino di Duchamp in questa opera di Dalì...
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